Trascrizioni originali per pianoforte a 4 mani
Op. 51 No. 1 No. 2 – Op. 67 – Op. 25
Stefania Radaelli – pianoforte
Gabriele Dal Santo – pianoforte
Esiste un legame speciale tra Johannes Brahms e il repertorio per pianoforte a 4 mani. Si è sempre ritenuto che i suoi pezzi scritti per due pianisti sulla stessa tastiera fossero una sorta di bozzetti poi finalizzati ad un affresco musicale più completo, sebbene il senso di queste opere si sarebbe dimostrato differente. In realtà, non si trattava di versioni semplici di un’operazione più elaborata ma di un’alternativa ad essa: le “riduzioni”, come venivano chiamate, erano concepite per sviluppare la massima potenzialità espressiva del pianoforte ed erano pensate dallo stesso Brahms, già nell’atto della loro creazione, come opere parallele alla composizione per ensemble, che potevano scorrere indipendentemente da questa. Proprio per farne ascoltare la significativa valenza e bellezza espressiva, Aulicus Classics ha deciso ora di pubblicarne alcune, affidandole all’interpretazione di quattro mani di straordinario talento, quelle di Stefania Redaelli e Gabriele Dal Santo. L’album, numero 36 del catalogo dell’etichetta (sezione ”Classical Music”), vede raggruppati i Quartetti d’archi op. 51 n.1 e 2, l’op. 67 e il quartetto per pianoforte op.25.
Si legge nel libretto, a cura di Marco Bellano: “Nella vita di Brahms il genere del quartetto era stato a lungo nell’ombra di un ossessivo sentimento di soggezione, cosi come era per la sinfonia: la responsabilità di approcciare gli stessi territori dove il grande ammirato Ludwig van Beethoven eccelleva era travolgente. Sembra che prima di venti tentativi falliti, il primo quartetto, op. 51 numero 1, non fu completato; fu pubblicato nel 1873, all’età di 40 anni, ma era forse nell’aria dal 1866. Infatti, proprio come la Sinfonia n.1 op.68 (1876) una sofferenza drammatica filtra attraverso il quartetto, e il suo veicolo è la tonalità per eccellenza di Beethoven, il do minore. Proprio come stava per succedere per la Sinfonia n.2 op. 73 (1877), nel momento in cui il taboo artistico fu rotto, l’ispirazione tornò più serena. Lo si vede nell’Op. 52 n.2 che, nonostante la sua tonalità minore (in la), è permeata da un liricismo crepuscolare. L’op. 67, del 1875, in Sib maggiore, sembra addirittura più libera: la complessità della scrittura è dissimulata da un flusso di invenzioni affascinanti, che partono dall’iniziale “fanfara” che suggerisce un richiamo di corni nella foresta. Tutte quelle “riduzioni” a 4 mani seguirono di poco la pubblicazione dei quartetti, dopo circa un anno: che non avvenne fino all’Op.25, benché il piano fosse già protagonista nella prima versione stampata (1863): circolò tuttavia per le “4 mani” solo dal 1870. Brahms era più giovane ma non meno accurato: la lavorazione del quartetto per piano lo impegnoò ad esempio per quattr lunghi anni, dal 1857 al 1861. In questo caso, non c’era il rischio di essere preoccupati dal modello di Beethoven: ci fu tuttavia la volontà di lasciare un segno nel campo che, fino a quel momento, doveva ancora accogliere una composizione rivoluzionaria. E l’impronta fu lasciata davvero: sul tema della trascrizione e riscrittura, è intrigante il fatto che Schoenberg trasformò il quartetto in un‘opera orchestrale nel 1932. Come sembra, la grande impalcatura formale dello stile di Brahms permise allo stesso concetto musicale di assumere forme multiple; ognuna di esse si è rivelata non solo fedele ma addirittura potenziata da queste operazioni. È stato dunque questo conseguente sviluppo delle variazioni il motore principale della musica di Brahms? Forse; fatto è che il mondo delle quattro mani di Brahms appare troppo generoso e troppo allettante per restare nascosto…”
Tracklist
1 – String Quartet No. 1 in C Minor, Op. 51 No. 1: I. Allegro 10:16
2 – String Quartet No. 1 in C Minor, Op. 51 No. 1: II. Romanza, Poco Adagio 06:10
3 – String Quartet No. 1 in C Minor, Op. 51 No. 1: III. Allegretto molto comodo. Trio, Un poco più
animato 08:10
4 – String Quartet No. 1 in C Minor, Op. 51 No. 1: IV. Allegro 05:36
5 – String Quartet No. 2 in A Minor, Op. 51 No. 2: I. Allegro non troppo 12:16
6 – String Quartet No. 2 in A Minor, Op. 51 No. 2: II. Andante moderato 08:49
7 – String Quartet No. 2 in A Minor, Op. 51 No. 2: III. Quasi minuetto, Moderato. Allegretto
vivace 05:40
8 – String Quartet No. 2 in A Minor, Op. 51 No. 2: IV. Finale, Allegro non troppo assai 06:21
9 – String Quartet No. 3 in B flat Major, Op. 67: I. Vivace 09:57
10 – String Quartet No. 3 in B flat Major, Op. 67: II. Andante 06:44
11 – String Quartet No. 3 in B flat Major, Op. 67: III. Agitato, Allegretto non troppo. Trio 06:47
12 – String Quartet No. 3 in B flat Major, Op. 67: IV. Poco Allegretto con Variazioni 09:18
13 – Quartet No. 1 for Piano and Strings in G Minor, Op. 25: I. Allegro 13:50
14 – Quartet No. 1 for Piano and Strings in G Minor, Op. 25: II. Intermezzo, Allegro ma non
troppo. Trio, Un poco animato 08:04
15 – Quartet No. 1 for Piano and Strings in G Minor, Op. 25: III. Andante con moto 10:38
16 – Quartet No. 1 for Piano and Strings in G Minor, Op. 25: IV. Presto, Rondo alla Zingarese 09:02
https://www.blogdeimusicisti.it/2021/05/stefania-redaelli/
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Aulicus Classics
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